Il Natale dei nostri nonni: storie e racconti di un tempo lontano

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di Adele Jacono|

Il Natale cominciava alla vigilia dell’Immacolata quando si andava alla ricerca delle “reppole”,cioè il muschio,che serviva per preparare il presepe.

Non esisteva l’albero di Natale ma la preparazione del presepe era un rito che impegnava tutta la famiglia,dai nonni ai nipoti.

Si cominciava preparando un grosso tavolo accostato ad un muro in cucina.

La cucina era la stanza dove si svolgeva la vita della famiglia.

Gli uomini cominciavano a sistemare montagne e colline; ma soprattutto la grotta,che diventava il centro della scenografia.

Le donne tiravano fuori dagli scatoli i Pastori,che si tramandavano di generazione in generazione ed avviavano il restauro.

La sera dopo cena si lavorava tutti insieme mentre i bambini assistevano affascinati in attesa di crescere e partecipare anche loro.

La colonna sonora era prima il Rosario e poi i racconti della nascita di Gesù.

Ogni anno c’era un nuovo pastorello la cui storia era raccontata con dovizia di particolari.

Oltre la Sacra Famiglia,il bue,l’asinello,i Re Magi,non poteva mancare Benino il pastorello che aveva portato la notizia della Santa Nascita.

Altre figure erano: Cicciobacco l’oste, i pastori con le loro pecore, la lavandaia, la zingara, la fanciulla,il pescatore, i vari artigiani e contadini,ecc.

Il Presepe raccontava la vita di un’ epoca con i suoi valori ed i suoi simboli.

Il presepe più importante si faceva in Chiesa la settimana prima dell’Immacolata sotto la severa regia del Parroco. La sera dell’ 8 dicembre, finita la Santa Messa la statua dell’Immacolata ritornava nella sua nicchia e dopo il canto di “Quant’nascet Ninno” il Parroco svelava il presepe con un rituale che continuava da molto tempo sempre invariato. Nella grotta c’era la mangiatoia vuota,la Madonna,San Giuseppe, il bue e l’asinello. Il Bambinello era conservato in sacrestia e sarebbe stato messo al suo posto con una solenne processione la notte della Vigilia dopo il rito del bacio del piede. Non c’erano tanti doni né alberi scintillanti ma famiglie unite e tanto amore.