Notte di Luce, Notte Santa: il Natale visto dagli occhi dei bambini

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Nella Chiesa di Santa Maria della Mercede a Fontana, una comunità intera si è raccolta attorno ai più piccoli per vivere, con semplicità e profondità, il mistero della Natività.

di Camillo Buono|

Nella Chiesa di Santa Maria della Mercede, a Fontana, domenica sera non si è semplicemente assistito a una rappresentazione.
Si è vissuto un momento autentico di comunità, fede ed emozione condivisa.

Notte di Luce, Notte Santa” è stato il Natale del Signore raccontato dalle bambine e dai bambini del catechismo, accompagnati con cura, pazienza e grande sensibilità dalle catechiste, e guidati dal parroco Don Antonio Mazzella, insieme a Don Richard e Don Ivan. Un lavoro lungo, silenzioso, fatto di attenzione ai dettagli e soprattutto di amore educativo, che ha trovato nella serata di ieri la sua espressione più bella.

Attorno a quei bambini si è stretta un’intera comunità: genitori, nonni, familiari, fedeli. Tutti in ascolto, tutti coinvolti. Non c’era distanza tra chi “metteva in scena” e chi guardava, perché ciò che si stava vivendo apparteneva a tutti.

Il racconto della Natività, affidato alle voci e ai gesti dei più piccoli, attraverso canti e azioni simboliche, ha toccato corde profonde. La chiesa si è riempita di un silenzio carico di significato, interrotto soltanto dagli applausi sinceri che accompagnavano ogni passaggio. Emozioni vere, nate dalla semplicità.

Ad aprire l’evento è stato un momento di forte impatto simbolico: Don Antonio, avvolto nella mantella, ha attraversato la navata della chiesa immersa nel buio con una lanterna in mano. Dietro di lui, i bambini, ognuno con una piccola luce.
Un’immagine chiara e potente: la guida che illumina il cammino, partendo dai più piccoli per arrivare a tutta la comunità.

Un gesto che racchiude il senso più profondo della fede vissuta: non chiusa, non distante, ma presente, capace di accompagnare e di indicare una direzione. Ed è proprio in questo cammino condiviso che si inserisce il prezioso lavoro delle catechiste, che con dedizione hanno aiutato i bambini a comprendere, interiorizzare e raccontare una storia che dura da oltre duemila anni.

Quella di ieri è stata una testimonianza concreta di come la fede possa essere trasmessa con dolcezza e responsabilità, attraverso l’impegno, la costanza e la cura. I bambini non hanno semplicemente recitato: hanno vissuto ciò che raccontavano. E lo hanno fatto con una naturalezza capace di arrivare dritta al cuore.

Così, anche questo Natale, quel Gesù nato in una notte fredda, in una mangiatoia umile, ha saputo farsi presente ancora una volta, portando emozioni vive e autentiche. Emozioni che restano, che accompagnano, che difficilmente si dimenticano.

Una notte di luce, Santa davvero.
E una comunità che, attraverso i suoi bambini, ha riscoperto il senso più profondo del Natale.